venerdì 18 dicembre 2009

Anagrafe pubblica degli eletti



Prima dell’articolo che segue,sull’Anagrafe degli Eletti, voglio dire che tale proposta è stata presentata ai consiglieri comunali del Comune di Pistoia ed alla Provincia nei mesi di Febbraio e Marzo 2009 e che a tutt’oggi non è stata presa in considerazione malgrado le promesse e le buone intenzioni.
Stiamo aspettando e ci auguriamo che i lor Signori trovino il tempo e il modo di discutere e decidere se il Comune vuole o non vuole adottare l’anagrafe degli eletti come strumento di trasparenza nei confronti dei propri cittadini elettori e gli eletti.

Anagrafe pubblica degli eletti:
in rete, per conoscere l’operato di tutti gli eletti, deputati, senatori, consiglieri, per poter sapere le loro scelte e comportamenti, inserendo un elemento che finora ha connotato solamente i Parlamenti delle grandi democrazie anglosassoni.
È una richiesta alle Istituzioni di fare quello che, i radicali italiani hanno sempre fatto.
Infatti i Radicali hanno, da sempre, posto la questione di rendere pubblica la vita istituzionale
come elemento fondante di una vera democrazia,"conoscere per deliberare",come diceva Einaudi.
Dal 1976, gli unici a rendere pubbliche le sedute parlamentari sono stati i quattro deputati Radicali appena entrati a Montecitorio, per la prima volta nella storia italiana - le voci dei parlamentari, di destra e di sinistra, sulle onde di Radio Radicale, nata appena un anno prima.
L’articolo 64 della Costituzione italiana enuncia che “le sedute sono pubbliche” e, a partire da loro stessi, i radicali sono stati l’unico partito che, attraverso Radio Radicale, ha trasmesso in diretta o in differita, o comunque, pubblicato integralmente on line sui siti radicali, tutte le riunioni di Direzione, i Congressi, le Assemblee e ogni altra manifestazione.
I radicali propongono che il candidato / eletto sia posto al centro dell’attenzione dell’elettore allo scopo di rendere tutti gli eletti conoscibili e valutabili, loro stessi e non per il tramite dei loro partiti, assicurando trasparenza e possibilità di partecipazione, individuando come strumento concreto l’Anagrafe pubblica degli eletti. Un progetto, che prevede inizialmente la realizzazione di un portale che garantisca la trasparenza dell’attività degli eletti, dando, al tempo stesso, al cittadino il diritto di conoscerla anche nelle fasi del processo decisionale.
E’ questa un’iniziativa davvero strutturale: tutti gli eletti divengono conosciuti.
Un recupero in pieno del fondamento della democrazia liberale: il “conoscere per deliberare”.
Al singolo cittadino deve essere garantito l’accesso, a partire dall’utilizzo del web, ad una vasta documentazione che permetta di conoscere l’operato di ogni singolo eletto, nonché di coloro che esercitano un’attività pubblica.
Questa è una riforma fondamentale per restituire legalità e reale democrazia al Paese e alle sue Istituzioni ed è necessaria per non cadere nel tranello di ”certa politica” che fa di tutta l’erba un fascio.
A tutti i livelli istituzionali occorre garantire ai cittadini la possibilità di poter conoscere con facilità non soltanto l’attività svolta dai vari enti, ma anche quei dati inerenti l’attività degli eletti, integrale e senza filtri, rendere disponibili, di facile accesso e consultazione, atti e informazioni. Occorre dare ad ognuno la possibilità di conoscere l’operato di ogni singolo consigliere e assessore regionale, comunale, provinciale, dei sindaci, e di tutti coloro che esercitano un’attività pubblica.
Quante volte sono presenti e assenti. Come e se lavorano. Con quali metodi o espedienti. Se sono assenteisti o quante volte e come votano, in plenaria o nelle commissioni. Quante e quali “missioni”, fraudolentemente o no, si attribuiscono.
Quali e quanti strumenti regolamentari usino: interrogazioni, interpellanze, mozioni, ordini del
giorno, prese di parola. E ancora: quali le loro situazioni patrimoniali, immobiliari, finanziarie,
fiscali, societarie, i loro incarichi remunerati…
Di ciascun eletto si chiede che vengano pubblicati: dati anagrafici; codice fiscale, dato identificativo al fine di disporre – appunto – di un’anagrafe degli eletti e, di ciascuno, gli incarichi elettivi ricoperti nel tempo; dichiarazione dei redditi e degli interessi finanziari relativi all’anno precedente l’elezione, degli anni in cui ricopre l’incarico e di quelli successivi; dichiarazione da parte dell’eletto dei finanziamenti ricevuti, dei doni, dei benefici o di altro assimilabile; registro delle spese degli eletti, comprensive di quelle per lo staff, spese telefoniche e dotazione informatica; atti presentati con iter fino alla conclusione; quadro delle presenze ai lavori e i voti espressi sugli atti adottati dall’istituzione cui appartiene.
Questo ultimo punto è fondamentale, prioritario, perché consente al cittadino di controllare a mano a mano che l’eletto esplica il suo mandato le specifiche iniziative e anche quanto queste corrispondano al programma elettorale.
Tutti questi dati dovranno essere accessibili e in un formato standard aperto, così da poter essere elaborati e incrociati.
Consentire la pubblicità delle discussioni affinché il cittadino abbia gli strumenti per una partecipazione attiva alla vita politica e democratica del Paese.
Molti di questi dati sono già “pubblici”, cioè, per come è reso tutto ciò che è pubblico in Italia, spesso clandestini o irrintracciabili per i normali cittadini, mascherati, nascosti.
Ma oggi v’è la possibilità e quindi la necessità che questi dati siano davvero a disposizione di tutti. E sarà questo, finalmente, il vero strumento per riconoscere e premiare i migliori, i più capaci e onesti.
La conoscenza dovrà riguardare anche tutto ciò che concerne le nomine, le società interamente pubbliche e quelle partecipate, insomma la pubblica amministrazione tutta.
Una risposta concreta.
Oggi, grazie alla rivoluzione digitale e a Internet, è tecnicamente possibile recuperare il rapporto diretto tra elettori ed eletti, a tutti i livelli istituzionali, che i mezzi di comunicazione di massa hanno in parte pregiudicato, a vantaggio spesso di una politica opaca o di facciata.
Il controllo è l’essenza stessa della democrazia.
Nella possibilità da parte dei cittadini di esercitare il controllo su chi li governa si compie infatti, il senso di un sistema democratico.
Ed è proprio in questa direzione che va la proposta radicale di istituire un’anagrafe degli eletti: uno strumento della democrazia diretta che pone il candidato e l’eletto sotto la lente dell’elettore, in modo che questi possa conoscerlo, seguirlo nella sua attività politica, monitorare le sue scelte e anche i suoi interessi. Tutte informazioni indispensabili a garantire al cittadino un voto consapevole.
L’iniziativa dell’anagrafe degli eletti passa per l’informatizzazione dei canali di comunicazione istituzionali, una tappa obbligata per aprire finalmente la strada alla nuova frontiera della e-democracy.
La proposta si basa innanzitutto sul principio della trasparenza; motivo per cui si chiede che di ciascuna istituzione vengano messi in rete: link al sito istituzionale; bilancio interno con allegati; composizione dell’istituzione; presenze e comportamento di voto degli eletti; atti presentati in tutte le articolazioni dell’istituzione, iter e conclusione; atti adottati dalle singole articolazioni dell’istituzione.
La moralizzazione della politica passa anche da riforme come questa.

“Siate il cambiamento che volete vedere nel mondo” Gandhi.
La realizzazione di tutto ciò, non ha bisogno necessariamente di modifiche normative, occorre una sensibilizzazione su questo e interventi deliberativi di tipo diverso a seconda del livello Istituzionale.

di Maria Manti

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